Amadeo Peter Giannini
Il banchiere che investiva nel futuro
L’italiano medio ha 2 punti saldi verso i quali orienta le scelte nella vita: lavoro e famiglia!
Purtroppo a volte si concentra troppo o soltanto su questi 2 aspetti della vita, peraltro molto impegnativi, rischiando di disinteressarci un po’ dell’ambiente, dell’arte, della cultura, della politica…
Forse siamo talmente immersi in queste realtà, nel nostro bellissimo Paese (natura arte e cultura ci rendono unici nel mondo) che rischiamo per abitudine di guardarle con superficialità o frettolosamente!
E parlando di Persone che danno un contributo importante al progresso umano, un’altra nostra abitudine negativa è quella di ignorare le eccellenze che crescono in Italia (e troppo spesso esportiamo) mentre ironizziamo su personaggi discutibili e negativi, che pure esistono, e ne diffondiamo all’estero gesta e comportamenti, creando da soli un’immagine distorta di noi.
Questo pensiero mi è apparso quanto mai vero ascoltando, grazie a Fondazione Luigi Einaudi, il racconto della storia di Amadeo Peter GIANNINI , figlio di Italiani (Liguri) emigrati negli Stati Uniti nella seconda metà dell’800: la famiglia si stabilì a sud di San Francisco e lui nacque lì nel 1870.
Il padre aveva una piccola attività, come fruttivendolo, ed a seguito di un alterco con un cliente che non voleva saldare il proprio debito di 1 dollaro, venne ucciso con un colpo di pistola proprio sotto gli occhi di Amadeo (Aveva 7 anni).
La madre aveva 2 figli e si risposò con un altro migrante italiano che subentrò nell’attività di ortofrutta.
Amadeo studiò fino a laurearsi in Economia e dopo la laurea iniziò a lavorare in banca dove rimase per soli 6 mesi. Quando si licenziò, queste furono le sue motivazioni:
“Non posso lavorare qui, voi non sapete fare la banca: prestate i soldi ai ricchi convinti che sia più facile che vi vengano restituiti mentre, in un paese in cui si muore per 1 dollaro, i soldi si devono prestare ai poveri che si faranno ammazzare per restituirli”
Nel 1904 fondò una banca nei sobborghi di San Francisco, la Bank of Italy ed iniziò la sua attività.
Nel 1906, a causa del terremoto di San Francisco, le banche avevano il problema di recuperare da sotto le macerie i lingotti d’oro (che al tempo rappresentavano la ricchezza della banca e che conservavano nella cassaforte): Amadeo aveva 3 lingotti, li nascose sotto la frutta, nel carretto del patrigno, e se ne andò al porto per continuare la sua attività. Posizionò un banchetto sul quale mise il cartello “Si prestano soldi come prima, più di prima!”
Si fece la fila a causa della grande necessità di quei momenti e tutte le persone (in maggioranza Italiani ed Irlandesi) erano amici, parenti, conoscenti dei genitori ecc…
In pratica le altre Banche non prestavano più nulla a causa della crisi ma Amadeo, al contrario, capì che quello era proprio il momento di rischiare e prestare denaro.
Si presentò a lui un ingegnere disoccupato, italiano anche lui, che però gli disse:
“Non ho più lavoro, sono un ingegnere ma ora vorrei fare del cinema, in modo diverso”
Amadeo guarda caso lo finanziò: l’ingegnere si chiamava Frank Capra.
Si presentò da lui anche un attore, che cominciava ad essere conosciuto a livello locale, che chiese a sua volta di essere finanziato per fare un film sulla grande depressione, con un bambino povero, sfruttato, che chiedeva l’elemosina ma un film che fosse anche divertente e con un lieto fine.
Anche Charlie Chaplin fu finanziato da Amadeo per realizzare “Il Monello” così come Walt Disney per i suoi primi cartoni animati.
Forse il capolavoro lo fece decidendo di finanziare il progetto di 2 ingegneri che arrivarono da lui dicendo:
“Abbiamo progettato un ponte che non richiede nemmeno un mattone per la costruzione, che colleghi le 2 sponde della baia di San Francisco ma nessuno ci presta i soldi”.
Amadeo disse che li avrebbe prestati senza chiedere interessi ma ad una condizione: avrebbero dovuto far lavorare gli uomini di San Francisco.
Molti di queste erano persone alle quali lui aveva prestato i soldi e grazie al lavoro del ponte poterono restituire le somme avute in prestito: il ponte ovviamente è il Golden Gate, ancora oggi simbolo di San Francisco.
Ad un certo punto la banca era diventata troppo grande ed importante ed Amadeo Peter Giannini, emigrante italiano, decise di cambiarle nome, diventando il fondatore della Bank Of America di San Francisco: dopo pochi anni si fece artefice della fusione della sua banca con la Bank o America di San Francisco, creando il più grosso gruppo bancario californiano che in seguito divenne la Bank of America che conosciamo oggi, una delle più grandi al mondo.
A san Francisco c’è la Piazza Amadeo Peter Giannini, c’è un monumento ad Amadeo Peter Giannini ed in Italia di lui non c’è NULLA, NIENTE, DESERTO!