Consulenti Finanziari: in 40 anni abbiamo fatto passi da gigante

Dall’Albo privato di autodisciplina all’Albo pubblico, fino al cambio di denominazione nel 2016. Sempre nel segno di una crescita costante

Fonte: Investiremag.it

 

Quella del consulente finanziario è una professione che ha compiuto negli ultimi 40 anni passi da gigante. Risale al 1981 il primo Codice di comportamento per i professionisti del settore, creato da Anasf, al quale aderirono numerosi soci sottoponendosi volontariamente a procedure di trasparenza per il controllo dell’attività svolta. Nel 1988, sotto l’egida dell’Associazione, venne istituito l’Albo privato di autodisciplina dei consulenti finanziari, una grande dimostrazione della professionalità della nostra categoria. 

L’emanazione della Legge 1/91, su impulso dell’Associazione e grazie all’impegno della Consob e della Commissione Finanze della Camera, diede quindi l’avvio al primo Albo dei consulenti finanziari, con l’obbligo per tutti i professionisti a iscriversi. 

Fin dai primi anni di attività abbiamo maturato una grande esperienza, navigando attraverso crisi finanziarie che hanno contribuito al bisogno di formazione e aggiornamento continui, per via del senso di responsabilità nel gestire i patrimoni dei clienti e perché le dinamiche di mercato obbligano la categoria ad adeguare le proprie competenze nel tempo, tanto sui prodotti e i servizi di investimento, quanto sull’evoluzione delle leggi che ne regolano l’attività. 

La nostra figura professionale ha sempre avuto l’ambizione di consigliare il cliente, sviluppando una relazione di fiducia e diventando un punto di riferimento per un’ampia gamma di bisogni: il cambio di denominazione da promotori a consulenti finanziari, riconosciuto nel 2016 con l’entrata in vigore della Legge n. 208, ha sancito formalmente il riconoscimento sostanziale di questa attività. Di pari passo in questi anni il cittadino ha acquisito consapevolezza di dover accrescere il proprio livello di educazione finanziaria, riconoscendo il consulente finanziario quale guida per la propria crescita culturale e strutturale. Queste ragioni hanno portato sempre più risparmiatori a esprimere un bisogno di consulenza e ad affidarsi a un professionista capace di attuare un’adeguata pianificazione finanziaria, di creare benessere e sostenere i risparmi delle famiglie e delle aziende italiane, tanto che a luglio 2023 sono 4,8 milioni gli italiani che risultano affidare i propri risparmi alla consulenza finanziaria delle reti (dati Assoreti).

L’avvento della tecnologia con i robot for advisor, gli aspetti della sostenibilità messi in luce anche dai criteri Esg e le moderne esigenze manifestate dalle nuove generazioni hanno spalancato le porte degli anni 2000: sono solo alcuni dei temi su cui il consulente finanziario sta dando prova della sua abilità e capacità di adattamento, applicando quelle competenze trasversali che consentono ai propri clienti di superare nuove sfide di mercato tenendo a bada l’emotività. Nello stesso periodo si è assistito al riconoscimento e alla regolamentazione della professione di consulente finanziario anche a livello europeo, attraverso la MiFID I prima e la II poi.

La storia più recente ha visto la categoria superare brillantemente periodi di poli-crisi causati dall’emergenza sanitaria, dai conflitti geopolitici, dall’aumento dei costi delle materie prime e dalle politiche monetarie restrittive. Sono anni, questi ultimi, in cui le famiglie e i risparmiatori stanno comprendendo sempre di più quanto sia importante avere un consulente finanziario al proprio fianco, contattabile anche da remoto in caso di necessità per attuare, e modificare quando necessario, le proprie strategie di investimento. In questi decenni di evoluzione, l’Associazione è sempre stata in prima linea, battendosi per la tutela della categoria e dei risparmiatori anche partecipando attivamente alle principali consultazioni italiane ed europee avviate dagli organi regolamentari e legislativi sui temi del settore, con risultati vincenti. Ne sono un recente esempio la Legge delega per la riforma fiscale e la RIS-Retail Investment Strategy, che hanno visto Anasf protagonista di una grande battaglia politica: da un lato per l’attuazione della revisione dell’Irpef e l’armonizzazione dei redditi di capitale, e dall’altro – attraverso la strategia RIS – per garantire sufficienti tutele ai risparmiatori, incoraggiare risultati di mercato migliori e più equi, e aumentare la partecipazione degli investitori al dettaglio ai mercati dei capitali.

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